domenica 26 ottobre 2014

Giuseppe Basellotto e Triestina Boscolo, 1926, cavallante e barcara (Musestre)

Registrata il 1° maggio 1988 - Cassette 1988.21ab+1988.22a


(Integrale, senza editing - Durata 41:53 )


Sintesi
Abitava nella casa della colombera, alla fornace Torzo.
Leggenda della casa dea costa ai “Primi Bo”, dove iniziava la seconda restera.
«Si partiva coi cavalli all’una di notte per arrivare alle Porte[grandi] alle tre, svegliare il barcaro e iniziare la risalita del Sile fino alla Celestia».
In una giornata facevano anche tre viaggi.
Problemi durante la guerra. I tedeschi ordinavano la barca all’una di notte e bisognava partire subito. Ma c’erano i partigiani, che ne hanno affondato quattro-cinque barche a San Micièl Vecio.
Oltre che cavallanti, per vivere, i Basellotto facevano anche i carioti e lavoravano 18 campi a mezzadria, sotto Torzo. Ma, altro che "mezzadri mèsi ladri”, erano i padroni ladri per intero! Solo dopo l’ultima guerra iniziò a cambiare qualcosa.
Sulla restèra, una volta iniziato il viaggio si continuava comunque, piovesse o fosse sole o vento: sempre avanti. 
Bosco di Ca’ Tron. Storie del guardiano. 
La zona di Musestre andava spesso sotto acqua.  Fu per quello che gli americani - che avevano un campo di missili in zona - durante l'alluvione del novembre 1966 fecero saltare l’argine del Taglio del Sile.
Loro hanno sempre bevuto l’acqua del Sile, direttamente. Come pure i fornaciai di Torzo, che - per la verità - bevevano anche tanto vino. Un certo Cagnatèl arrivava a bere fino a 8-10 litri di vino al giorno.

Testimonianza utilizzata a pag. 206 di Sile: alla scoperta del fiume.


Giuseppe Basellotto e Triestina Boscolo
La casa dea costa - ai primi bò, Musestre.
Nei pressi inizia la seconda restera del Sile.
Il toponimo "della costa" è presente già nel
catasto napoleonico (1810)
La costa, sotto il portico della casa ai primi bò,
a Musestre, fotografata il primo maggio 1988.
L'antico ed enigmatico reperto verrà in seguito rubato.


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